中国

Reportage, recensioni e fotografie della scena artistica e musicale cinese: è questo ciò che troverete nel mio blog. Perchè la Cina non è solo il colosso mondiale di cui tutti oggi parlano, ma qualcosa di più: un coro di piccole voci che aspettano solo di essere ascoltate.

giovedì 24 gennaio 2013

Tesi di laurea: Luci e Ombre nell'opera di Zhang Xiaogang

                 ANGOLO ZHANG XIAOGANG: INTRODUZIONE alla tesi





Oggigiorno facciamo parte di un mondo in continuo mutamento: ciò che oggi consideriamo attuale e moderno domani diventerà passato e obsoleto, piccoli paesi di campagna che si trasformano in città, città che si trasformano in metropoli e poi moda, telefonini e computer all’avanguardia, nuovi futili bisogni si aggiungono alla nostra vita. E’ un dato di fatto: siamo affluiti nelle strade del profitto, bombardati da mass media sempre più insensibili, i meccanismi del mercato e più in generale dell’intera società globalizzata si muovono seguendo l’andamento del profitto, tutto viene trasformato in merce, le stesse emozioni e sentimenti.
Nulla può sottrarsi a questo “circolo vizioso”, nemmeno l’arte: si è persa oramai l’immagine dell’artista solitario chiuso nel suo studio, lontano da ogni mercato possibile. Anche gli artisti sono diventati membri di questo folle giro di affari e le loro opere sono in balia di quotazioni inimmaginabili: loro stessi si stanno trasformando (volontariamente o involontariamente) in produttori non più di un’opera d’arte, ma di merce. Ciò è da imputare all’artista o ai meccanismi del mercato? Può essere questa considerata una moda, una tendenza?
Zhang Xiaogang è l’erede di questa società per certi versi “malata” e da questa stessa fu inizialmente ripudiato al pari di un “figlio ribelle” fino ad essere elogiato ed acclamato come “star” indiscussa nell’odierno mercato dell’arte. Il suo è stato un “grande balzo in avanti”: dall’ultimo posto nel panorama artistico cinese è arrivato ad occupare il settimo posto tra i cinquecento artisti che hanno guadagnato maggiormente dalla vendita delle proprie opere. E così, ciò che l’artista cinese ha venduto per $ 4,000 nel 1994, lo ha venduto a $ 40,000 tra il 2000 e il 2003, e ciò che ha venduto a $ 40,000 lo vende a circa $ 200,000 oggi, dopo una scalata al successo senza sosta.
Parlare del “fenomeno” di Zhang Xiaogang escludendo le coordinate storico-culturali in cui si è venuta a formare la sua immagine sarebbe errato: egli è figlio di un paese, la Cina, che nel corso di soli trenta anni ha subito profondi e radicali cambiamenti, molte vestigia del passato sono andate distrutte e tutto è in rapido mutamento, gli stessi valori di un tempo sono andati persi per essere sostituiti da altri. La Cina è stata teatro di numerose contraddizioni interne: da paese restio ai contatti con quella parte del mondo capitalista e “sfruttatrice”, da nazione che per perseguire i valori di un comunismo, forse, eccessivamente utopico si è “macchiata” di fatti sanguinari, come la famigerata Rivoluzione Culturale ( 1966-1976), da quella nazione che ha stroncato i sogni di libertà e democrazia dei giovani cinesi attraverso la strage di piazza Tian’an men ( 4 giugno 1989), oggi, a seguito della politica di riforma e apertura degli anni ‘80, ha deciso non solo di abbattere le barriere precedentemente opposte, ma di rubare il posto a quelle nazioni che per molti anni hanno dominato la scena mondiale, tanto da divenire il paese più potente al mondo. Ora la Cina siede su quel trono da cui controlla e governa i meccanismi non solo del mercato economico, ma anche di quello dell’arte, conquistando nel 2010 il primo posto in termini di entrate provenienti da aste di oggetti d’arte moderna e contemporanea, superando gli Stati Uniti e il Regno Unito.
Nel corso di soli trenta anni è cambiata la società cinese, il modo di far politica e il modo stesso di valutare e giudicare le opere di artisti come Zhang Xiaogang: dall’essere considerato un “traditore” per il suo amore nei confronti di pittori occidentali e di correnti come l’Espressionismo e il Surrealismo e per il suo conseguente rifiuto dello stile del Realismo Socialista ( imposto da Mao Zedong nella conferenza di Yan’an nel 1942), oggi i suoi quadri sono diventati emblema e specchio della società cinese, una sorta di marchio di riconoscimento.


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