I volti del successo
“Legami di sangue” e “Amnesia e
memoria”
A seguito del deludente viaggio in Europa del 1992, Zhang Xiaogang non
dipinse per circa sei mesi, passati i quali, egli si impegnò a creare uno stile
pittorico che gli appartenesse realmente e lo fece esplorando le radici del suo
passato: nel 1993 ritornò al villaggio natio, Kunming, e qui trovò delle
fotografie dei genitori scattate durante la Rivoluzione Culturale. In
particolare, l’artista rimase colpito da una foto inedita della madre, apparsa
come una donna serena e attraente, molto diversa da quella madre malata che
aveva sempre conosciuto. Queste foto assumono una valenza maggiore nel momento
in cui le si considerano degli articoli altamente significativi per un paese che, come la Cina, ha assistito
alla distruzione di numerosi ricordi. Fu questo ritrovamento a permettere
all’artista di creare le due celeberrime serie di dipinti: Legami di Sangue, del 1993 e Amnesia e Memoria, del 2002. In
entrambe le serie, il volto di una persona diventa l’oggetto fondamentale delle
opere.
Alla base di questi monumentali lavori, vi è uno stile pittorico
totalmente nuovo: Zhang Xiaogang è riuscito a sfruttare le tecniche pittoriche
occidentali per poi trasformarle in un linguaggio artistico indigeno; più
precisamente egli riprende la tecnica ritrattistica a carboncino sviluppatasi
durante gli anni della Repubblica (1912-1949) e la tipica pittura ad olio
occidentale, diffusasi in Cina durante
la dinastia Qing (1644-1912) e promossa, in seguito, dallo stesso Mao Zedong.
Inoltre, l’influsso occidentale è visibile nella linearità e plasticità tipiche
dei ritratti rinascimentali, ma differentemente da questi, è assente
un’espressione psicologica e individuale: l’artista presenta entrambi i sessi
come inespressivi e simili tra loro e non utilizza modelli dal vivo, sebbene in
molti dei dipinti sia possibile notare le caratteristiche facciali della madre
e della figlia. Attraverso la coesione di questi due stili, Zhang Xiaogang
approda a una sorta di “Classicismo”. Quest’ultimo è ancora più evidente nella
scelta di un tema tipicamente cinese, espresso soprattutto nella prima serie:
la famiglia. La ragione principale per cui Zhang Xiaogang decide di realizzare
questi quadri essenzialmente cinesi ma presentati in chiave occidentale, sta
nell’intenzione di trasmettere un ricordo orientale attraverso uno stile che
non lo è, aprendo, in questo modo, la porta ad un universo globale artistico
dove lo stile è intercambiabile, ma il messaggio rimane specifico per ogni
cultura.
Queste opere sono il riflesso di una moltitudine di polarità e
contraddizioni che hanno da sempre caratterizzato la vita dell’artista: la
dicotomia tra individuo e massa, nazionale e internazionale, spirituale e
commerciale. In questo “regno”, a cavallo tra realtà e fantasia, lo spettatore
è invitato, perciò, a soffermarsi sulle ambiguità della vita, su ciò che è
pubblico e privato, sulla la memoria e l’oblio.
Legami di Sangue e Amnesia e
Memoria sono, però, essenzialmente diverse tra di loro: entrambe le serie
oscillano tra rappresentazioni realistiche e illusioni da sogno, ma è proprio
nell’ultima che lo sfondo vago e ambiguo in cui è “immerso” il volto di una
persona ci suggerisce una sorta di “incantesimo”. Diverso è anche ciò che
circonda e che fa da “contorno” a questi volti: se nelle opere precedenti Legami di Sangue, come Capitolo di una nuova era, oltre il
soggetto umano venivano dipinte fotografie, televisioni, lettere, tutti quegli
accessori che appartengono alla sfera privata, gradualmente questi elementi
scompaiono in Legami di Sangue per
poi comparire nuovamente in alcuni dipinti di Amnesia e Memoria. Nella serie del 1993, l’eliminazione di quegli
oggetti rispondeva all’intenzione dell’artista di tendere i ritratti verso la
neutralità e la concettualizzazione. A questo processo di “cancellazione” vengono
sottoposti gli stessi volti dei personaggi: mentre all’inizio l’artista era
fedele alla foto includendo i vari dettagli che permettevano di differenziare i
soggetti dei dipinti, come i tratti facciali, gli oggetti personali e i diversi
vestiti, tutto ciò scompare nelle opere successive. Dal 1994 comprese che era sufficiente
dipingere una persona sola: poteva essere un uomo o una donna, una persona
composta da immagini di sua madre, della figlia o semplicemente idealizzata,
solo la pettinatura e gli occhi realizzati attraverso l’uso vivace del pennello
li avrebbero distinti. Da quel momento, le fotografie divennero un semplice
punto di riferimento nella composizione e nelle atmosfere. Per rispondere al
meglio a questo obiettivo stilistico Zhang Xiaogang divise le foto in varie
categorie: foto di famiglia, foto di amici, foto d’amore, ritratti ufficiali,
poi prese il viso di una persona a modello, facendolo riapparire in punti
diversi del quadro con lo scopo di creare un effetto disturbante e provocare
una sensazione di indifferenza e distanza. Egli creò fotografie false per
accennare alle turbolenze e ai sentimenti che si nascondono dietro i volti
pacati dei personaggi.
In gran parte delle sue opere, l’artista riporta il volto o il mezzo
busto di queste figure androgene, nel momento in cui dipinge l’intero corpo,
questo è proporzionalmente più piccolo del viso. I volti, invece, mostrano una
certa formalità, è come se posassero realmente per una fotografia, già vi è
qualcosa di artificiale, ciò che l’artista fece è stato quello di accrescere
quel senso di artificialità e formalità. Per ciò che riguarda l’assenza del
corpo, questa è tipica dell’arte cinese, poiché la sua forma è suggerita dal
volume e dal vestiario:
Most figure drawings depict the body as stationary; and when the body is
in action, as depicted in prints of opera scenes, it usually resembles a
stationary pose, suggesting timelessness rather than a fleeting moment. It
follows that in visual art the “per-modern” Chinese body usually belongs to a
situation and a scene, and cannot be described independently of either the
garment or the action. This “situated” Chinese body differs from the European
one in that the latter is the sum total of two parts: an independent nude body
and its clothing. Although Zhang has largely avoided the body, yet by calling
upon the custom of traditional figurative art his stylized facial features and
the stiff frontal pose already imply the rest. Generally speaking, Zhang has
fulfilled the art academy’s ambition of creating a national classical figure by
going into the Chinese past, drawing upon standard traditional portraiture.
Peculiarità di questi dipinti sono la presenza di macchie sul volto e un
filo rosso che percorre l’intera opera. Sono questi il simbolo dell’eredità di
un individuo e il proprio legame con la storia: le macchie di colore che
umanizzano i dipinti e che ricordano le lunghe esposizioni delle prime foto
rappresentano metaforicamente le ferite e i segni lasciati da ricordi traumatici;
mentre le linee rosse che fanno pensare a foto accartocciate e nascoste in
tasca per essere viste segretamente, esprimono precisamente i legami vincolanti
ogni membro della famiglia.
Riguardo all’uso del colore, in entrambe
le serie si può notare
la presenza di una scala cromatica costituita da tonalità di grigio, fatta
eccezione per le immagini di bambini che a volte sono dipinti in forti tinte
rosse o gialle. E’ proprio la colorazione di questi visi e il verde delle
divise maoiste (in particolare nella serie Legami
di Sangue) a far emergere l’emozione e il sentimento socialista, mentre
attraverso l’uso del bianco e del nero, l’artista traduce il linguaggio della
fotografia in pittura. Nel complesso, gli sfondi grigio scuro e la silhouette
dai contorni illusori mettono in luce il carattere intimo e familiare di questi
album della memoria. Il senso di vuoto stilistico e compositivo, la
standardizzazione delle espressioni dei volti, dei vestiti e degli accessori
permettono di porre l’accento sulle potenzialità di una narrazione di tipi
psicologico.
Il messaggio che si nasconde dietro queste figure eteree e androgene è
riconducibile alla storia e alla memoria di questa stessa. In particolare, i
dipinti affrontano il tema dell’identità in un periodo della storia cinese in
cui la cultura collettivista ha cancellato ogni segno di individualità:
l’individuo era subordinato al partito e alle masse, tutti facevano parte di
un’unica grande famiglia.
Proprio attraverso il concetto di famiglia estesa e sociale, l’artista
realizza, così, una genealogia senza fine di antenati e progenitori immaginati,
le figure sono senza nome e senza tempo: una serie di storie individuali
fortemente legate tra di loro. E pur di storie individuali si parla: anche se
le somiglianze sono accentuate molto più delle differenze, sono proprio
quest’ultimi piccoli particolari a mettere in evidenza l’identità individuale
di ciascun soggetto, discrepanze che
possono essere costituite da caratteristiche fisiche alterate, come
teste troppo grandi, mani troppo piccole, naso lungo, occhi strabici.
L’artista mette in risalto l’individuo solitario nella storia e nella
società cinese ed essendo un artista del “monologo interiore”[2],
l’obiettivo di Zhang Xiaogang diviene quello di costruire un mondo individuale
da cui siano state bandite le divinità, ossia un passaggio da una narrazione
religiosa di tipo metafisico a una narrazione personale basata sull’esperienza,
da un’espressione di tipo simbolico ad una di tipo immaginario, da una
narrazione di tipo spaziale ad una di tipo temporale. Risultato di questo
passaggio è una narrazione personale che nonostante si appoggi sul parallelismo
con la storia ideologica, l’obiettivo principale di questa resta quello di una
descrizione introspettiva di come l’uomo subisce la storia, non rappresenta per
nulla una critica alla realtà politica odierna o ai principi comunitari.
Ciò che mi interessa è la comunicazione tra la storia
e la realtà, le relazioni personali e sociali. Io non ho mai dipinto la società
moderna, ciò che voglio mostrare sono i sentimenti profondi delle persone del
nostro tempo. Mi piacciono quelle società e quelle persone che affrontano tutte
le contraddizioni del passato. L’arte non dove essere utilizzata per prevedere il futuro, ma per registrare lo scorrere
della vita.
Dietro questo immenso lavoro si nasconde l’esperienza personale di Zhang
Xiaogang, un’esperienza che fu un processo di trasformazione e complessivamente
un processo di trasformazione dell’ideologia socialista: nel momento in cui
l’individuo riscopre se stesso, l’ideologia socialista e le ambiguità che si
provano verso di essa vengono messe in mostra. In particolare, Legami di Sangue è esattamente
l’espressione di tale sentimento ambiguo. Si tratta della scoperta della
personale trasformazione interiore insieme agli aspetti storici di questa, è il
luogo di nascita e di ritorno del “se stesso”. Questa serie fa uso della
relazione di sangue come base naturale per l’unità della società, che in genere
sono genitori, marito moglie, figlio e figlia: l’artista stabilisce la scoperta
del sé nell’unità naturale della società famigliare.
Queste due serie hanno, perciò, permesso a Zhang Xiaogang di trovare un
modo per dipingere le contraddizioni tra l’individuo e la collettività e la
complessa relazione tra lo stato e le persone, il tutto attraverso la
Rivoluzione Culturale. Gradualmente però quell’evento storico è venuto meno in Amnesia e Memoria per dare maggiore
spazio agli stati d’animo della gente. Sia pubbliche (poiché questi ritratti
sono stati comunemente adottati negli anni ’50 ’60) che intensamente private,
queste immagini ossessionanti incapsulano, in tal modo, molti dei problemi di
Zhang Xiaogang.
Le opere di queste due serie hanno un carattere più romantico che
intellettuale (in senso politico):
Spesso nel mio subconscio volevo stare
dietro la realtà, sperimentare cosa nasconde questo mondo, tutto ciò che
definiamo misterioso. Per questa ragione ne sottolineo la dimensione emotiva.
Dietro questi quadri forte è il tema della memoria. L’artista stesso si è
interrogato sulla percezione del tempo:
La memoria è connessa con il rinnovamento o con
l’eliminazione delle cose che ci portiamo dietro? Sembra come se non vivessimo
la nostra vita di oggi ma è come se sperimentassimo una sorta di versione
pirata del nostro ieri, poi viene la memoria che ci dà la sensazione di
possedere un’enorme ricchezza.
Proprio così: Zhang Xiaogang si è
servito della fotografia e di ciò che essa conserva al di là del tempo, ossia della
memoria. Attraverso una foto si può documentare il tempo, lo si può fissare,
arrestare e conservare, in una fotografia il tempo sembra non passare più e in
questo modo tutto viene messo al passato e anche la cosa più moderna diventa,
così, tradizione. Lo stesso Realismo Socialista, pur essendo un’arte di Stato e
quindi imposta dall’alto, si serviva di una cultura realista fotografica sia nella
forma pittorica sia nella stampa dei manifesti, il che ha finito per costituire
l’orizzonte visivo pop-realista di tipo fotografico della vita cinese. Si
tratta perciò di un’arte dove la differenza tra ieri e oggi è che mentre in
epoca maoista la fotografia e la sua memoria venivano usate in maniera e con
scopi collettivi, ora la nuova arte e l’arte di Zhang Xiaogang vi ricerca i
motivi dell’individuo. Difatti è un voler risarcire l’iconoclastia del periodo
della Rivoluzione Culturale.
Nel corso degli anni, però, Legami
di Sangue è diventata un’immagine di dominio pubblico, considerata
un’espressione ideologica della storia e della collettività cinesi, così che il
suo valore, quello di monologo interiore, è stato cancellato. Per questo stesso
motivo, dopo essersi interrogato su come l’arte potesse di nuovo divenire “una
faccenda privata” in un determinato contesto storico, Zhang Xiaogang decise di
dar vita ad Amnesia e Memoria.
Queste due serie hanno ricevuto, però, un trattamento diverso da parte
del pubblico: mentre Legami di Sangue
tardò ad essere apprezzata dagli appassionati d’arte, al contrario, Amnesia e Memoria venne stimata fin da subito.
Entrambe hanno comunque “catapultato” Zhang Xiaogang tra le prime file degli
artisti più conosciuti al mondo: i suoi volti sono oggi la nuova immagine della
Cina, egli ha conquistato così un posto dominante all’interno della coscienza
estetica attuale. Sicuramente la poetica e lo scopo ultimo di Zhang Xiaogang
erano legati ad esigenze personali e non alla ricerca di un modello che
divenisse simbolo universale, la sua era solo un’arte “genuina” e non dettata
da “intromissioni” esterne. Ma l’arte creata da Zhang Xiaogang non può non
passare inosservata: l’artista cinese è stato uno dei primi ad operare una
rottura con il realismo socialista, il suo modo di fare arte è stato
classificato come “Realismo Cinico”,
ma in realtà le sue opere sono tutt’altro che ciniche : la sua è un’urgente
narrazione della vita davanti ad un mondo distrutto dalla Rivoluzione
Culturale, una ricreazione monumentale del passato. La serie Legami di Sangue e la successiva Amnesia e Memoria rappresentano una
svolta: esse sono una raffigurazione occidentale che si sente comunque cinese,
la debole eco del surrealismo li ha resi leggibili ai collezionisti
internazionali, le risonanze cupe intorno al concetto di famiglia sembrano
offrire la comprensione di una nazione traumatizzata, la cui fede nella
sicurezza collettiva, sia essa familiare o ideologica, non era più
incrollabile. Fin dall’inizio, le due serie sono diventate non solo oggetto di
critiche ideologiche verbose, ma anche l’“idolo” di cui andavano sempre più a
caccia i mass media, la moda e anche gli investitori economici. E Zhang
Xiaogang che sperava di poter diventare come il solitario Van Gogh, si è visto
riservare un trattamento simile a quello di Andy Warhol. Ma l’Occidente non ha,
forse, realmente compreso il significato che si nasconde dietro i dipinti
dell’artista, la lettura del pubblico occidentale è stata puramente ideologica
e fin troppo politicizzata: i volti di Zhang Xiaogang sono stati considerati
come il riflesso diretto della realtà politica contingente. E così, quei quadri
dove le famiglie sono composte da tre persone sono state messe in relazione con
la politica del figlio unico, mentre i quadri in cui c’erano due bambini,
perché non sono stati presi in considerazione? Gli occidentali hanno guardato
con occhi diversi questi quadri, molti di loro sono convinti che Zhang Xiaogang
dipinga la Rivoluzione Culturale o eventi storici, ma da ciò che afferma
l’artista non sembra essere così: egli semplicemente inserisce gli individui
nella storia con lo scopo di analizzare la condizione di una persona
all’interno di essa, così come le relazioni degli individui all’interno della
collettività. Le somiglianze nelle espressioni e nell’abbigliamento dei diversi
personaggi sono servite all’artista a porre l'accento sulle contraddizioni che
si creano tra individuo e collettività.
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