Tian’an men: "politicamente impegnato o no", il dipinto è stato venduto alla sorprendnete cifra di 1.725.143 euro
Figura 5-
Tian’an men
Olio
su tela
100x130cm
1993
Tian’an men: quanto l’immagine di una piazza possa fruttare milioni e milioni di
dollari, questo non lo sapeva neppure Zhang Xiaogang. Eppure è successo: il 26
novembre 2006, a Hong Kong, tale opera è stata aggiudicata da Christie’s per
1.725.143 euro, decuplicando la stima base di quasi 300 mila dollari, in tal
modo Zhang Xiaogang ha fatto di nuovo impazzire le quotazioni e gli acquirenti.
Questa
immagine simbolo di Pechino e dell’intera
nazione cinese è stata riportata su tela attraverso l’ottica e il gusto personale
di Zhang Xiaogang: in questo quadro l’artista riporta una desolata e grigia
piazza Tian’an men in cui erge il dorato -e quasi etereo nella sua imponenza –
Palazzo Imperiale. Questo dipinto della
celeberrima piazza rappresenta il primo vero tentativo dell’artista cinese di
affrontare la storia del suo paese. Piazza Tian’an men è stata luogo di molti
eventi significativi: luogo delle “speranze e del fervore” di Mao, degli
incontri isterici delle Guardie rosse e del loro sventolare i libretti rossi, delle
manifestazioni di dolore del popolo cinese dopo la morte del premier Zhou Enlai
e di scontri terminati tragicamente, come il massacro del 4 giugno 1989.
Mettendo a
confronto questi quadri del 1993 e Forever
Lasting Love del 1988 si può facilmente notare il cambio di direzione di
Zhang Xiaogang: messa da parte l’ingombrante influenza dell’Espressionismo
occidentale, egli va alla ricerca di un suo stile, quello stile che è stato
anticipato da Capitolo di una nuova epoca
e che verrà poi perfezionato nelle serie successive, come Legami di Sangue.
Se ci si
“imbatte” in quest’opera, è indubbio che soprattutto agli occhi di un
occidentale appaia un significato prettamente politico: personalmente viene
spontaneo ricollegare l’immagine di tale piazza a una più profonda critica
socio-politica, riconducibile ai sanguinari eventi del 1989. Ma è proprio
questa riflessione a condurci verso una strada totalmente sbagliata: Zhang
Xiaogang ha affermato pubblicamente che il proprio dipinto non ha alcun legame
con gli eventi del 4 giugno, il suo intento non è stato quello di operare una
critica nei confronti del PCC e di denunciare le atrocità da esso provocate,
bensì rappresentare uno spazio pubblico.
Meglio non poteva essere fatto che attraverso una delle immagini simbolo
dell’intera Cina, piazza Tian’an men: è questa a nascondere il senso della
collettività che è in continua lotta con l’ “individualità” di Zhang
Xiaogang. Egli stesso ha affermato:
There seems to be a general misunderstanding from the
West about my artworks. My works are not intended to display the relationship
between people and the State. Different geographical, cultural and historical
backgrounds bring about diversified history and cultural concepts. Even in an
increasingly globalised world understanding each other require a long process.
E’ bene
ricordare, però, che Zhang Xiaogang vive in una società dove la censura è un
comune mezzo politico per mantenere e salvaguardare l’ideologia del PCC;
rappresentare e quindi far ricordare un evento negativo, come quello del
massacro di Piazza Tian’an men è considerato una sorta di reato in Cina. Noi
non siamo sicuri del fatto che l’artista abbia voluto oppure non trasmettere
realmente un messaggio politico e di critica nei confronti dei reati commessi
dal partito, questo lo sa solamente Zhang Xiaogang.
Nonostante
le dichiarazioni dell’artista, molti continuano ad interpretare il dipinto
attraverso una chiave esclusivamente politica e molti critici d’arte hanno
fatto notare come questa stessa errata ( forse giusta) interpretazione abbia
permesso all’opera di raggiungere prezzi esorbitanti.
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