中国

Reportage, recensioni e fotografie della scena artistica e musicale cinese: è questo ciò che troverete nel mio blog. Perchè la Cina non è solo il colosso mondiale di cui tutti oggi parlano, ma qualcosa di più: un coro di piccole voci che aspettano solo di essere ascoltate.

mercoledì 30 gennaio 2013

Tesi di Laurea: Luci e Ombre nell'opera di Zhang Xiaogang



Arte e mercato a confronto: una foto vale più di un milione di dollari?


从“八五新潮”开始至今,不论有没有钱,张晓刚始终坚持独立性,他觉得一个好的艺术家还要有独立精神,不依附于政治,也不依附于市场。
Dalla “Nuova Corrente dell’85” fino ad oggi, con o senza soldi, Zhang Xiaogang ha sempre insistito sul concetto di indipendenza. Egli, infatti, pensa che un buon artista deve avere uno spirito indipendente e non sottostare alla politica, né conformarsi al mercato.

Ma in un mondo dettato dalle regole del consumismo, si può parlare ancora di un’arte indipendente dal mercato? Pur sostenendo la separazione dei due settori, Zhang Xiaogang è stato uno dei primi ad essere coinvolto in questo giro di affari e così se una foto vale più di mille parole, nel caso dell’artista cinese, anche qualcosa di più: un’ingente somma di denaro e un posto di tutto rispetto tra gli artisti contemporanei che hanno guadagnano di più dalle vendite delle loro opere.
Un caso emblematico che delinea questo percorso verso il successo è Legami di Sangue: Compagno, No. 120 (Xuèyuán: tóngzhì, 120 hào; 血缘:同志,120- 1998). A questo dipinto, se ne aggiungono molti altri venduti a prezzi ben più esorbitanti: Legami di Sangue: la Grande Famiglia, No. 1 (Xuèyuán: Dà jiātíng, 1 hào; 血缘: 大家庭, 1 -1993) venduta per circa 6.500.000 euro, Legami di Sangue: la Grande Famiglia, (Xuèyuán: Dà jiātíng; 血缘一大家庭- 1998) per 5.700.000 euro e molti altri ancora.




martedì 29 gennaio 2013

Tesi di Laurea: Luci e Ombre nell'opera di Zhang Xiaogang



I volti del successo 
“Legami di sangue” e “Amnesia e memoria”
 

A seguito del deludente viaggio in Europa del 1992, Zhang Xiaogang non dipinse per circa sei mesi, passati i quali, egli si impegnò a creare uno stile pittorico che gli appartenesse realmente e lo fece esplorando le radici del suo passato: nel 1993 ritornò al villaggio natio, Kunming, e qui trovò delle fotografie dei genitori scattate durante la Rivoluzione Culturale. In particolare, l’artista rimase colpito da una foto inedita della madre, apparsa come una donna serena e attraente, molto diversa da quella madre malata che aveva sempre conosciuto. Queste foto assumono una valenza maggiore nel momento in cui le si considerano degli articoli altamente significativi  per un paese che, come la Cina, ha assistito alla distruzione di numerosi ricordi. Fu questo ritrovamento a permettere all’artista di creare le due celeberrime serie di dipinti: Legami di Sangue,  del 1993 e Amnesia e Memoria, del 2002. In entrambe le serie, il volto di una persona diventa l’oggetto fondamentale delle opere.
Alla base di questi monumentali lavori, vi è uno stile pittorico totalmente nuovo: Zhang Xiaogang è riuscito a sfruttare le tecniche pittoriche occidentali per poi trasformarle in un linguaggio artistico indigeno; più precisamente egli riprende la tecnica ritrattistica a carboncino sviluppatasi durante gli anni della Repubblica (1912-1949) e la tipica pittura ad olio occidentale, diffusasi  in Cina durante la dinastia Qing (1644-1912) e promossa, in seguito, dallo stesso Mao Zedong. Inoltre, l’influsso occidentale è visibile nella linearità e plasticità tipiche dei ritratti rinascimentali, ma differentemente da questi, è assente un’espressione psicologica e individuale: l’artista presenta entrambi i sessi come inespressivi e simili tra loro e non utilizza modelli dal vivo, sebbene in molti dei dipinti sia possibile notare le caratteristiche facciali della madre e della figlia. Attraverso la coesione di questi due stili, Zhang Xiaogang approda a una sorta di “Classicismo”. Quest’ultimo è ancora più evidente nella scelta di un tema tipicamente cinese, espresso soprattutto nella prima serie: la famiglia. La ragione principale per cui Zhang Xiaogang decide di realizzare questi quadri essenzialmente cinesi ma presentati in chiave occidentale, sta nell’intenzione di trasmettere un ricordo orientale attraverso uno stile che non lo è, aprendo, in questo modo, la porta ad un universo globale artistico dove lo stile è intercambiabile, ma il messaggio rimane specifico per ogni cultura.
Queste opere sono il riflesso di una moltitudine di polarità e contraddizioni che hanno da sempre caratterizzato la vita dell’artista: la dicotomia tra individuo e massa, nazionale e internazionale, spirituale e commerciale. In questo “regno”, a cavallo tra realtà e fantasia, lo spettatore è invitato, perciò, a soffermarsi sulle ambiguità della vita, su ciò che è pubblico e privato, sulla la memoria e l’oblio.
 Legami di Sangue e Amnesia e Memoria sono, però, essenzialmente diverse tra di loro: entrambe le serie oscillano tra rappresentazioni realistiche e illusioni da sogno, ma è proprio nell’ultima che lo sfondo vago e ambiguo in cui è “immerso” il volto di una persona ci suggerisce una sorta di “incantesimo”. Diverso è anche ciò che circonda e che fa da “contorno” a questi volti: se nelle opere precedenti Legami di Sangue, come Capitolo di una nuova era, oltre il soggetto umano venivano dipinte fotografie, televisioni, lettere, tutti quegli accessori che appartengono alla sfera privata, gradualmente questi elementi scompaiono in Legami di Sangue per poi comparire nuovamente in alcuni dipinti di Amnesia e Memoria. Nella serie del 1993, l’eliminazione di quegli oggetti rispondeva all’intenzione dell’artista di tendere i ritratti verso la neutralità e la concettualizzazione. A questo processo di “cancellazione” vengono sottoposti gli stessi volti dei personaggi: mentre all’inizio l’artista era fedele alla foto includendo i vari dettagli che permettevano di differenziare i soggetti dei dipinti, come i tratti facciali, gli oggetti personali e i diversi vestiti, tutto ciò scompare nelle opere successive. Dal 1994 comprese che era sufficiente dipingere una persona sola: poteva essere un uomo o una donna, una persona composta da immagini di sua madre, della figlia o semplicemente idealizzata, solo la pettinatura e gli occhi realizzati attraverso l’uso vivace del pennello li avrebbero distinti. Da quel momento, le fotografie divennero un semplice punto di riferimento nella composizione e nelle atmosfere. Per rispondere al meglio a questo obiettivo stilistico Zhang Xiaogang divise le foto in varie categorie: foto di famiglia, foto di amici, foto d’amore, ritratti ufficiali, poi prese il viso di una persona a modello, facendolo riapparire in punti diversi del quadro con lo scopo di creare un effetto disturbante e provocare una sensazione di indifferenza e distanza. Egli creò fotografie false per accennare alle turbolenze e ai sentimenti che si nascondono dietro i volti pacati dei personaggi.
In gran parte delle sue opere, l’artista riporta il volto o il mezzo busto di queste figure androgene, nel momento in cui dipinge l’intero corpo, questo è proporzionalmente più piccolo del viso. I volti, invece, mostrano una certa formalità, è come se posassero realmente per una fotografia, già vi è qualcosa di artificiale, ciò che l’artista fece è stato quello di accrescere quel senso di artificialità e formalità. Per ciò che riguarda l’assenza del corpo, questa è tipica dell’arte cinese, poiché la sua forma è suggerita dal volume e dal vestiario:
Most figure drawings depict the body as stationary; and when the body is in action, as depicted in prints of opera scenes, it usually resembles a stationary pose, suggesting timelessness rather than a fleeting moment. It follows that in visual art the “per-modern” Chinese body usually belongs to a situation and a scene, and cannot be described independently of either the garment or the action. This “situated” Chinese body differs from the European one in that the latter is the sum total of two parts: an independent nude body and its clothing. Although Zhang has largely avoided the body, yet by calling upon the custom of traditional figurative art his stylized facial features and the stiff frontal pose already imply the rest. Generally speaking, Zhang has fulfilled the art academy’s ambition of creating a national classical figure by going into the Chinese past, drawing upon standard traditional portraiture.

Peculiarità di questi dipinti sono la presenza di macchie sul volto e un filo rosso che percorre l’intera opera. Sono questi il simbolo dell’eredità di un individuo e il proprio legame con la storia: le macchie di colore che umanizzano i dipinti e che ricordano le lunghe esposizioni delle prime foto rappresentano metaforicamente le ferite e i segni lasciati da ricordi traumatici; mentre le linee rosse che fanno pensare a foto accartocciate e nascoste in tasca per essere viste segretamente, esprimono precisamente i legami vincolanti ogni membro della famiglia.
Riguardo all’uso del colore, in entrambe le serie si può notare la presenza di una scala cromatica costituita da tonalità di grigio, fatta eccezione per le immagini di bambini che a volte sono dipinti in forti tinte rosse o gialle. E’ proprio la colorazione di questi visi e il verde delle divise maoiste (in particolare nella serie Legami di Sangue) a far emergere l’emozione e il sentimento socialista, mentre attraverso l’uso del bianco e del nero, l’artista traduce il linguaggio della fotografia in pittura. Nel complesso, gli sfondi grigio scuro e la silhouette dai contorni illusori mettono in luce il carattere intimo e familiare di questi album della memoria. Il senso di vuoto stilistico e compositivo, la standardizzazione delle espressioni dei volti, dei vestiti e degli accessori permettono di porre l’accento sulle potenzialità di una narrazione di tipi psicologico.
Il messaggio che si nasconde dietro queste figure eteree e androgene è riconducibile alla storia e alla memoria di questa stessa. In particolare, i dipinti affrontano il tema dell’identità in un periodo della storia cinese in cui la cultura collettivista ha cancellato ogni segno di individualità: l’individuo era subordinato al partito e alle masse, tutti facevano parte di un’unica grande famiglia.
Proprio attraverso il concetto di famiglia estesa e sociale, l’artista realizza, così, una genealogia senza fine di antenati e progenitori immaginati, le figure sono senza nome e senza tempo: una serie di storie individuali fortemente legate tra di loro. E pur di storie individuali si parla: anche se le somiglianze sono accentuate molto più delle differenze, sono proprio quest’ultimi piccoli particolari a mettere in evidenza l’identità individuale di ciascun soggetto, discrepanze che  possono essere costituite da caratteristiche fisiche alterate, come teste troppo grandi, mani troppo piccole, naso lungo, occhi strabici.
L’artista mette in risalto l’individuo solitario nella storia e nella società cinese ed essendo un artista del “monologo interiore”[2], l’obiettivo di Zhang Xiaogang diviene quello di costruire un mondo individuale da cui siano state bandite le divinità, ossia un passaggio da una narrazione religiosa di tipo metafisico a una narrazione personale basata sull’esperienza, da un’espressione di tipo simbolico ad una di tipo immaginario, da una narrazione di tipo spaziale ad una di tipo temporale. Risultato di questo passaggio è una narrazione personale che nonostante si appoggi sul parallelismo con la storia ideologica, l’obiettivo principale di questa resta quello di una descrizione introspettiva di come l’uomo subisce la storia, non rappresenta per nulla una critica alla realtà politica odierna o ai principi comunitari.

我感兴趣的是历史与现实的沟通,个人与社会的关系。我从来不画现代社会,我要表现的是同时代人的内心感受。我喜欢那些社会与人面对过去的种种矛盾——艺术不是用来预见未来,它是生活历程的一个记录。
Ciò che mi interessa è la comunicazione tra la storia e la realtà, le relazioni personali e sociali. Io non ho mai dipinto la società moderna, ciò che voglio mostrare sono i sentimenti profondi delle persone del nostro tempo. Mi piacciono quelle società e quelle persone che affrontano tutte le contraddizioni del passato. L’arte non dove essere utilizzata per prevedere  il futuro, ma per registrare lo scorrere della vita.

Dietro questo immenso lavoro si nasconde l’esperienza personale di Zhang Xiaogang, un’esperienza che fu un processo di trasformazione e complessivamente un processo di trasformazione dell’ideologia socialista: nel momento in cui l’individuo riscopre se stesso, l’ideologia socialista e le ambiguità che si provano verso di essa vengono messe in mostra. In particolare, Legami di Sangue è esattamente l’espressione di tale sentimento ambiguo. Si tratta della scoperta della personale trasformazione interiore insieme agli aspetti storici di questa, è il luogo di nascita e di ritorno del “se stesso”. Questa serie fa uso della relazione di sangue come base naturale per l’unità della società, che in genere sono genitori, marito moglie, figlio e figlia: l’artista stabilisce la scoperta del sé nell’unità naturale della società famigliare.
Queste due serie hanno, perciò, permesso a Zhang Xiaogang di trovare un modo per dipingere le contraddizioni tra l’individuo e la collettività e la complessa relazione tra lo stato e le persone, il tutto attraverso la Rivoluzione Culturale. Gradualmente però quell’evento storico è venuto meno in Amnesia e Memoria per dare maggiore spazio agli stati d’animo della gente. Sia pubbliche (poiché questi ritratti sono stati comunemente adottati negli anni ’50 ’60) che intensamente private, queste immagini ossessionanti incapsulano, in tal modo, molti dei problemi di Zhang Xiaogang.
Le opere di queste due serie hanno un carattere più romantico che intellettuale (in senso politico): 

Spesso nel mio subconscio volevo stare dietro la realtà, sperimentare cosa nasconde questo mondo, tutto ciò che definiamo misterioso. Per questa ragione ne sottolineo la dimensione emotiva.

Dietro questi quadri forte è il tema della memoria. L’artista stesso si è interrogato sulla percezione del tempo:
La memoria è connessa con il rinnovamento o con l’eliminazione delle cose che ci portiamo dietro? Sembra come se non vivessimo la nostra vita di oggi ma è come se sperimentassimo una sorta di versione pirata del nostro ieri, poi viene la memoria che ci dà la sensazione di possedere un’enorme ricchezza.

 Proprio così: Zhang Xiaogang si è servito della fotografia e di ciò che essa conserva al di là del tempo, ossia della memoria. Attraverso una foto si può documentare il tempo, lo si può fissare, arrestare e conservare, in una fotografia il tempo sembra non passare più e in questo modo tutto viene messo al passato e anche la cosa più moderna diventa, così, tradizione. Lo stesso Realismo Socialista, pur essendo un’arte di Stato e quindi imposta dall’alto, si serviva di una cultura realista fotografica sia nella forma pittorica sia nella stampa dei manifesti, il che ha finito per costituire l’orizzonte visivo pop-realista di tipo fotografico della vita cinese. Si tratta perciò di un’arte dove la differenza tra ieri e oggi è che mentre in epoca maoista la fotografia e la sua memoria venivano usate in maniera e con scopi collettivi, ora la nuova arte e l’arte di Zhang Xiaogang vi ricerca i motivi dell’individuo. Difatti è un voler risarcire l’iconoclastia del periodo della Rivoluzione Culturale.
Nel corso degli anni, però, Legami di Sangue è diventata un’immagine di dominio pubblico, considerata un’espressione ideologica della storia e della collettività cinesi, così che il suo valore, quello di monologo interiore, è stato cancellato. Per questo stesso motivo, dopo essersi interrogato su come l’arte potesse di nuovo divenire “una faccenda privata” in un determinato contesto storico, Zhang Xiaogang decise di dar vita ad Amnesia e Memoria.
Queste due serie hanno ricevuto, però, un trattamento diverso da parte del pubblico: mentre Legami di Sangue tardò ad essere apprezzata dagli appassionati d’arte, al contrario, Amnesia e Memoria venne stimata fin da subito. Entrambe hanno comunque “catapultato” Zhang Xiaogang tra le prime file degli artisti più conosciuti al mondo: i suoi volti sono oggi la nuova immagine della Cina, egli ha conquistato così un posto dominante all’interno della coscienza estetica attuale. Sicuramente la poetica e lo scopo ultimo di Zhang Xiaogang erano legati ad esigenze personali e non alla ricerca di un modello che divenisse simbolo universale, la sua era solo un’arte “genuina” e non dettata da “intromissioni” esterne. Ma l’arte creata da Zhang Xiaogang non può non passare inosservata: l’artista cinese è stato uno dei primi ad operare una rottura con il realismo socialista, il suo modo di fare arte è stato classificato come “Realismo Cinico”, ma in realtà le sue opere sono tutt’altro che ciniche : la sua è un’urgente narrazione della vita davanti ad un mondo distrutto dalla Rivoluzione Culturale, una ricreazione monumentale del passato. La serie Legami di Sangue e la successiva Amnesia e Memoria rappresentano una svolta: esse sono una raffigurazione occidentale che si sente comunque cinese, la debole eco del surrealismo li ha resi leggibili ai collezionisti internazionali, le risonanze cupe intorno al concetto di famiglia sembrano offrire la comprensione di una nazione traumatizzata, la cui fede nella sicurezza collettiva, sia essa familiare o ideologica, non era più incrollabile. Fin dall’inizio, le due serie sono diventate non solo oggetto di critiche ideologiche verbose, ma anche l’“idolo” di cui andavano sempre più a caccia i mass media, la moda e anche gli investitori economici. E Zhang Xiaogang che sperava di poter diventare come il solitario Van Gogh, si è visto riservare un trattamento simile a quello di Andy Warhol. Ma l’Occidente non ha, forse, realmente compreso il significato che si nasconde dietro i dipinti dell’artista, la lettura del pubblico occidentale è stata puramente ideologica e fin troppo politicizzata: i volti di Zhang Xiaogang sono stati considerati come il riflesso diretto della realtà politica contingente. E così, quei quadri dove le famiglie sono composte da tre persone sono state messe in relazione con la politica del figlio unico, mentre i quadri in cui c’erano due bambini, perché non sono stati presi in considerazione? Gli occidentali hanno guardato con occhi diversi questi quadri, molti di loro sono convinti che Zhang Xiaogang dipinga la Rivoluzione Culturale o eventi storici, ma da ciò che afferma l’artista non sembra essere così: egli semplicemente inserisce gli individui nella storia con lo scopo di analizzare la condizione di una persona all’interno di essa, così come le relazioni degli individui all’interno della collettività. Le somiglianze nelle espressioni e nell’abbigliamento dei diversi personaggi sono servite all’artista a porre l'accento sulle contraddizioni che si creano tra individuo e collettività.



lunedì 28 gennaio 2013

Tesi di Laurea: Luci e Ombre nell'opera di Zhang Xiaogang


Tian’an men: "politicamente impegnato o no", il dipinto è stato venduto alla sorprendnete cifra di 1.725.143 euro

Figura 5- Tian’an men
         Olio su tela
      100x130cm
      1993


Tian’an men: quanto l’immagine di una piazza possa fruttare milioni e milioni di dollari, questo non lo sapeva neppure Zhang Xiaogang. Eppure è successo: il 26 novembre 2006, a Hong Kong, tale opera è stata aggiudicata da Christie’s per 1.725.143 euro, decuplicando la stima base di quasi 300 mila dollari, in tal modo Zhang Xiaogang ha fatto di nuovo impazzire le quotazioni e gli acquirenti.
Questa immagine simbolo di Pechino e dell’intera nazione cinese è stata riportata su tela attraverso l’ottica e il gusto personale di Zhang Xiaogang: in questo quadro l’artista riporta una desolata e grigia piazza Tian’an men in cui erge il dorato -e quasi etereo nella sua imponenza – Palazzo Imperiale.  Questo dipinto della celeberrima piazza rappresenta il primo vero tentativo dell’artista cinese di affrontare la storia del suo paese. Piazza Tian’an men è stata luogo di molti eventi significativi: luogo delle “speranze e del fervore” di Mao, degli incontri isterici delle Guardie rosse e del loro sventolare i libretti rossi, delle manifestazioni di dolore del popolo cinese dopo la morte del premier Zhou Enlai e di scontri terminati tragicamente, come il massacro del 4 giugno 1989.
Mettendo a confronto questi quadri del 1993 e Forever Lasting Love del 1988 si può facilmente notare il cambio di direzione di Zhang Xiaogang: messa da parte l’ingombrante influenza dell’Espressionismo occidentale, egli va alla ricerca di un suo stile, quello stile che è stato anticipato da Capitolo di una nuova epoca e che verrà poi perfezionato nelle serie successive, come Legami di Sangue.
Se ci si “imbatte” in quest’opera, è indubbio che soprattutto agli occhi di un occidentale appaia un significato prettamente politico: personalmente viene spontaneo ricollegare l’immagine di tale piazza a una più profonda critica socio-politica, riconducibile ai sanguinari eventi del 1989. Ma è proprio questa riflessione a condurci verso una strada totalmente sbagliata: Zhang Xiaogang ha affermato pubblicamente che il proprio dipinto non ha alcun legame con gli eventi del 4 giugno, il suo intento non è stato quello di operare una critica nei confronti del PCC e di denunciare le atrocità da esso provocate, bensì rappresentare uno spazio pubblico.  Meglio non poteva essere fatto che attraverso una delle immagini simbolo dell’intera Cina, piazza Tian’an men: è questa a nascondere il senso della collettività che è in continua lotta con l’ “individualità” di Zhang Xiaogang.  Egli stesso ha affermato: 

There seems to be a general misunderstanding from the West about my artworks. My works are not intended to display the relationship between people and the State. Different geographical, cultural and historical backgrounds bring about diversified history and cultural concepts. Even in an increasingly globalised world understanding each other require a long process.

E’ bene ricordare, però, che Zhang Xiaogang vive in una società dove la censura è un comune mezzo politico per mantenere e salvaguardare l’ideologia del PCC; rappresentare e quindi far ricordare un evento negativo, come quello del massacro di Piazza Tian’an men è considerato una sorta di reato in Cina. Noi non siamo sicuri del fatto che l’artista abbia voluto oppure non trasmettere realmente un messaggio politico e di critica nei confronti dei reati commessi dal partito, questo lo sa solamente Zhang Xiaogang.
Nonostante le dichiarazioni dell’artista, molti continuano ad interpretare il dipinto attraverso una chiave esclusivamente politica e molti critici d’arte hanno fatto notare come questa stessa errata ( forse giusta) interpretazione abbia permesso all’opera di raggiungere prezzi esorbitanti.