中国

Reportage, recensioni e fotografie della scena artistica e musicale cinese: è questo ciò che troverete nel mio blog. Perchè la Cina non è solo il colosso mondiale di cui tutti oggi parlano, ma qualcosa di più: un coro di piccole voci che aspettano solo di essere ascoltate.

venerdì 25 gennaio 2013

Tesi di Laurea: Luci e Ombre nell'opera di Zhang Xiaogang



Il grande balzo in avanti
1.1 Dalla solitudine del proprio studio al caotico mercato

La vita e la carriera di Zhang Xiaogang (n. 1958) hanno rappresentato per l’artista un percorso tortuoso, ricco di ostacoli e contraddizioni. Se oggi il suo nome è una sorta di “parola chiave” nel campo dell’investimento dell’arte contemporanea cinese, un tempo invece non lo era, pochi furono in grado di riconoscere fin da subito il suo talento e di apprezzare la sua arte. D'altronde in un paese che diffidava molto dell’Occidente, come lo era la Cina maoista, non vi era posto per un artista “caduto” sotto l’incantesimo dell’arte europea e affascinato da correnti artistiche come l’Espressionismo e il Surrealismo, per di più ancora non si era venuto a formare un mercato dell’arte e una rete di aste che avrebbero potuto valorizzare le opere e il talento di Zhang Xiaogang. In principio egli era “semplicemente” un artista, un uomo che amava la sua arte e che credeva in ciò che stava facendo, un uomo solitario, lontano dai riflettori del successo, libero dalla morsa di collezionisti “affamati”.
La sua passione per l’arte iniziò a soli otto anni, nel pieno della Rivoluzione Culturale (1966-1976), quando la madre cominciò a comprargli fogli e pennarelli per tenerlo occupato e distrarlo da ciò che stava accadendo fuori. Fu questo un periodo che lasciò profonde cicatrici e ricordi negativi nella mente e nello spirito dell’artista cinese: per molti anni le scuole rimasero chiuse, vi furono pestaggi politici e dimostrazioni per denunciare i controrivoluzionari; i genitori dell’artista, come molte altre persone che dovevano mostrare lealtà al partito, furono poste sotto interrogatorio e all’età di quattordici anni, Zhang Xiaogang fu coinvolto nel movimento Su per le montagne e giù per i villaggi (Shàng shān xià xiāng, 上山下乡),inverno 1968-1969, per essere rieducato come contadino. A questa situazione già abbastanza drammatica si aggiunse la malattia della madre, affetta da schizofrenia (una condizione aggravata sicuramente dalla difficile situazione sociale in cui viveva) che rese il rapporto tra madre e figlio assai tormentato.
Nonostante gli avvenimenti avversi, Zhang Xiaogang continuò a coltivare la sua passione per l’arte, forse nata proprio come rifugio da quel mondo esterno dominato dal caos rivoluzionario. Nel 1976 la morte di Mao Zedong e l’arresto della famigerata “Banda dei quattro” posero fine alla Rivoluzione Culturale. Un nuovo capitolo della storia cinese stava per iniziare: spento il fuoco rivoluzionario degli anni precedenti, si cercò di riportare l’ordine, gli esami di ammissione furono reintegrati e nel 1977 Zhang Xiaogang entrò nella prestigiosa Accademia delle Belle Arti del Sichuan, a Chongqing. Da questo momento iniziò la dura battaglia da parte dell’artista per affermare se stesso nel panorama artistico cinese: molti insegnanti dell’Accademia continuarono a favorire lo stile del Realismo Rivoluzionario tuttavia, Zhang Xiaogang e i suoi contemporanei iniziarono ad allontanarsi dalla politica e dall’ideologia associata allo stile e guardarono al flusso di idee, concetti e filosofie occidentali che sottolineavano l’individualismo e il sé.
I primi contatti con l’arte occidentale avvennero tramite un catalogo con le riproduzioni di dipinti espressionisti europei che l’artista ebbe la possibilità di vedere per la prima volta nel 1979. La forza e l’impatto emotivo di quelle opere lo colpirono, così ben presto cominciò a mutuare idee e tecniche delle opere di Gauguin e di Van Gogh e dopo aver trovato il suo stile personale cominciò a perseguire la semplicità e la libertà espressiva. Fu un atto di coraggio che avvenne spontaneamente: egli fu talmente “frastornato” dall’incantesimo e dal fascino artistico occidentale che i suoi primi lavori Nuvole nel cielo (Tiānshàng de yún, 天上的云-1981), Piogge torrenziali all’orizzonte (Bàoyǔ jiāng zhì, 暴雨将至-1981) sono una sorta di “elogio” al modernismo. Il valore di tali opere sta non tanto nell’abilità artistica, quanto nell’aver lanciato una sfida nei confronti dello stile ufficiale eroico e celebrativo dello zelo rivoluzionario. Purtroppo quel modo fin troppo “estraneo” di dipingere non fu apprezzato, perciò non gli venne offerto un posto da professore nell’accademia; solo pochi compresero realmente il talento dell’artista, tra cui Li Xianting, critico d’arte ed editore della rivista China Fine Arts.
L’unico lavoro che in quel momento l’artista riuscì a trovare fu presso la compagnia di balletto delle opere di Kunming, come scenografo e costumista. Durante quel periodo produsse Guishan (Guīshān, 圭山-1984), una serie di dipinti di paesaggio completati in un piccolo villaggio a Guizhou, frequentato da artisti: sono queste opere a rappresentare un primo studio sul suo io interiore e sui suoi sentimenti, il tutto sotto l’influenza della semplicità di Millet e lo scetticismo di Van Gogh.  Attraverso questi lavori lo scopo di Zhang Xiaogang era quello di ritrarre un mondo che non si discerne attraverso gli organi sensoriali, non un’immagine concettuale che scorre inconsciamente, ma la reazione speciale dell’anima alla natura, un paesaggio che al tempo stesso fosse naturale e innaturale. Nel complesso, furono quelli anni difficili per Zhang Xiaogang e il lavoro come scenografo non rappresentava di certo la sua massima aspirazione contribuendo a ledere ancor di più la sua già debole personalità e minando profondamente l’artista nel fisico e nella mente: incapace di trovare un proprio posto nella società cominciò a bere pesantemente e nel 1984 fu ricoverato in ospedale. I mesi trascorsi in ospedale hanno avuto un impatto profondo sulla sua arte. Di fatto, per oltre dieci anni i soggetti dei suoi dipinti hanno riguardato esclusivamente la solitudine, la morte e le questioni esistenziali. Spinto e turbato dalla memoria dei fantasmi del passato e in particolare dal ricordo della malattia della madre, per circa due anni dipinse, inoltre, un’enorme quantità di schizzi estemporanei e dipinti a olio aventi questi temi. È questo il contesto in cui nasce la serie Fantasmi tra bianco e nero (Hēibái zhījiān de yōulíng, 黑白之间的幽灵- 1984).

Figura 1- Fantasmi tra bianco e nero, n.4
Schizzo su carta
19x13.8cm
1984

  Tali opere erano frutto dei sentimenti privati che l’artista provò in ospedale: durante il ricovero i pazienti apparivano ai suoi occhi al pari di fantasmi che si confortavano a vicenda. Ogni notte, i gemiti di quei malati lo accompagnavano nel sonno e alcuni di loro raggiungevano l’estremo confine della morte. In questa serie, egli s’immerse nel mondo degli spiriti con una sensibilità unica: utilizzò lenzuoli bianchi di una camera di ospedale come visualizzazione degli “spiriti”, mentre la tavolozza cupa, le forme contorte, le rapide pennellate e le linee senza controllo incarnavano l’ansia nei confronti della vita e la paura della morte.
Dopo questa esperienza negativa, l’artista cercò di trovare un rimedio per superare l’abisso: il 1985 inaugurò un momento di utopia e di sperimentazione in Cina. La campagna anti-inquinamento spirituale fu sostituita da una serie di riforme liberali e molti artisti, tra cui Zhang Xiaogang, contribuirono a un periodo di fioritura intellettuale, artistica e filosofica chiamata Nuova Corrente dell’85 (Bā wǔ xīncháo, 八五新潮). Fu quello un periodo d’innocenza e sete intellettuale: i rappresentanti proposero uno stile di vita alternativo, dominato dal pensiero e dalle ideologie occidentali, considerate mezzo di confronto importante e fonte di riferimento attraverso cui il paese e la gente potevano immettersi sulla strada dello sviluppo. Questo tipo di visione più aperta non ottenne l’approvazione della società e della politica anche se erano ben visibili i segni del cambiamento: la politica di riforma e apertura di Deng Xiaoping e la liberalizzazione di pensiero permisero a questi giovani di seguire percorsi diversi.
 Il 1986 vide la realizzazione della mostra Nuovo Imagismo (Xīn yìxiàng pài, 新意象), organizzata da Mao Xuhui (毛旭辉), Zhang Xiaogang, Pen Dehai (彭德海)e Ye Yongqing (叶永青)e la fondazione del Gruppo di ricerca dell’arte del Sud-ovest (Xīnán yìshù yánjiū qúntǐ, 西南艺术研究群体) prima forma di un movimento artistico regionale, influenzata da teologia, esistenzialismo, letteratura e musica modernista. È proprio in quegli anni che l’artista cinese cominciò a interrogarsi sulla vita reale e ad utilizzare immagini dal carattere complesso con lo scopo di descrivere i legami tra l’aldilà e questo mondo: l’arte che creò nel 1986 aveva un forte legame con la sfera onirica e con la cultura tradizionale cinese. L’artista cominciò a leggere libri di meditazione e si interessò al Surrealismo occidentale.
Nel 1988 la sua vita e la sua carriera sembrarono migliorare: divenne professore dell’Accademia di Belle arti del Sichuan e sposò la sua prima moglie, da cui ebbe una figlia nel 1994, Huan Huan. Tuttavia, questa situazione di calma e serenità durò per poco, interrotta dagli avvenimenti del 1989, un anno che il governo cinese ha sempre voluto far cadere nell’oblio ma che tutt’ora è vivo nella memoria dei cinesi. Fu un periodo di sconvolgimenti politici che culminarono con il massacro di piazza Tian’an men del 4 giugno. Questo avvenimento ha avuto conseguenze disastrose in ogni ambito colpendo duramente anche il mondo dell’arte e bloccando uno degli eventi più importanti dell’arte contemporanea cinese: la mostra d’avanguardia nel Museo Nazionale di Arte, a Pechino,  che si aprì il 5 febbraio e che fu il vero punto di partenza e di nascita dell’arte contemporanea in Cina e culmine del Movimento ‘85.  Qualche mese dopo, precisamente nell’aprile, fu organizzata anche la prima mostra personale di Zhang Xiaogang, con la serie Sogni perduti  (Yí mèng jí, 遗梦集-1986) che si tenne nella sala espositiva dell’Accademia di Belle Arti del Sichuan.
Gli eventi del 1989 ebbero, però, un impatto enorme sulla vita dei cinesi modificandone il modo di pensare e di relazionarsi con la vita stessa. Anche Zhang Xiaogang non poteva rimanere indifferente a questo panorama sanguinario: i temi principali della sua riflessione, pur non costituendo un appello politico, iniziarono a vertere sulla vulnerabilità del destino di un individuo solitario. Egli cominciò a riflettere sul ruolo dell’arte e della vita arrivando a considerarle un unico concetto: secondo l’artista come “fare arte” implica immediatamente come “vivere”. Questa idea simboleggia una qualità psicologica e riflette totalmente il concetto di “vita”. Di fronte ai fatti del 1989 l’individuo si sente insignificante e senza forze, la vita è così casuale che solo in una condizione spazio-temporale precisa può avere un senso e un valore concreto. Questo senso di smarrimento e di desolazione spinse l’artista cinese ad affrontare la dura realtà con fede certa, cercando di interpretare la morte e la tragedia in maniera positiva. Attraverso la descrizione della bellezza di queste, l’obiettivo di Zhang Xiaogang fu di mostrare il mistero dell’esistenza. Il linguaggio delle sue opere d’arte fu costituito allo stesso tempo di calma poetica e di uno sguardo freddo e razionale e nel 1991 dipinse una serie di opere di piccole dimensioni a olio su carta: Incubi (Èmèng, ), Abissi (Shēnyuān, ), Appunti (Zhùshì, ). Il passaggio dall’Espressionismo al Surrealismo si era ormai concretizzato. Le scene religiose furono sostituite da una dimensione più psicologica e dal tema del “morire per una giusta causa”; lo spazio narrativo fu sconvolto da una dimensione surreale: crani e torsi disintegrati sono gli elementi principali della superficie pittorica, i lenzuoli bianchi del periodo degli spiriti appaiono come dei veli di cui è impossibile sbarazzarsi e alla base di tutto domina una narrazione di tipo psicologico.
Al 1991-1992 appartiene una delle serie più rappresentative di Zhang Xiaogang: Capitolo di una nuova epoca: nascita di una repubblica (Chuàng shì piān: Yīgè gònghéguó de dànshēng ,  创世篇:一个共和国的诞生). Questi dipinti furono creati al fine di partecipare alla Mostra Nazionale d’Arte, da cui però fu escluso. Nuovi insuccessi e delusioni andarono a caratterizzare così la vita artistica di Zhang Xiaogang.    Gli anni ’90 si rivelarono un periodo significativo di riforme: la società cinese subì una trasformazione straordinaria che ebbe un effetto lungo e duraturo sulla formazione dell’arte contemporanea e di Zhang Xiaogang. La politica di riforma e di apertura e i radicali cambiamenti che questa apportò alla società ebbero come risultato la trasformazione del ruolo e delle identità degli artisti: da “portavoce” dei valori sociali negli anni ’80 a difensori dei diritti delle loro esistenze nella società con il crescente bisogno di esaminare i propri problemi interni come pure i loro rapporti con gli ambienti circostanti. Questi artisti e lo stesso Zhang Xiaogang passarono dall’idealismo a una forma di percezione della propria esistenza. Inoltre nel 1992 Zhang Xiaogang fece un viaggio in Germania per ammirare da vicino quelle opere che era riuscito a vedere solo sui cataloghi e che sono state fonte di ispirazione per i suoi primi lavori: fu questo un viaggio che lo lasciò turbato e che aprì una nuova porta nella vita dell’artista:

我记得在德国看小孩画画,随便画几笔都是表现主义的东西,这时我才理解他们为什么会出这样的东西,他们民族的根里就有这个东西,就像中国的书法和水墨一样.
 Mi ricordo che in Germania osservavo i bambini disegnare, dopo pochi tratti erano già in grado di mettere in mostra qualcosa di espressionista, in quel momento capii perché erano capaci di fare qualcosa di simile, nelle loro radici etniche già è presente questa cosa, è come la calligrafia cinese e la pittura ad inchiostro.

 Fu questo viaggio a fargli capire che la Germania e l’Espressionismo non gli appartenevano:
不是我不喜欢表现主义,而是我看了表现主义的原作之后,我开始知道我是谁了,这个是最重要的。[3]
Non è che non ami più l’Espressionismo, è solo che dopo aver visto le opere originali dell’Espressionismo, iniziai a capire chi ero veramente e questa è la cosa più importante.


A faccia faccia con l’Espressionismo, Zhang Xiaogang si rese improvvisamente conto di appartenere a una società, a una cultura e quindi a una storia diversa e andò, così, alla ricerca della propria identità, di un’identità che gli appartenesse realmente. Questo senso di disperazione cambiò l’artista e il suo modo di fare arte :

我当时有两条道路可以选择,一条就是将中国的传统和西方的现代艺术相结合,一条是回到中国的传统。
In questo momento ci sono due strade che posso scegliere, una è combinare l’arte tradizionale cinese con quella moderna e occidentale, l’altra è ritornare alla tradizione cinese

Alla fine accadde che le sue nuove risorse artistiche non fecero parte di nessuna di queste due strade: non appartenevano né all’arte occidentale né ai cinquemila anni di tradizione culturale cinese, bensì alla Cina contemporanea. In un certo senso, si può affermare che proprio questo senso di disperazione ha determinato il successivo successo di Zhang Xiaogang.
Proprio a  partire dagli anni ‘90 il mercato dell’arte cominciò a entrare in Cina: all’inizio era un sistema molto semplice, superficiale, ingenuo e in quel momento gli stessi artisti erano abbastanza ignoranti su come affrontare questo nuovo mondo. La mostra biennale di Guangzhou del ’92 è un primo esempio di unione tra arte e mercato: paradossalmente in quegli anni per chi lavorava nell’ambito artistico, così come i critici d’arte, non era permesso “scrivere d’arte”, soprattutto se le loro posizioni erano in contrasto con il governo centrale, ma era loro concesso di “investire in arte” a seguito dell’emergere di un potente mercato artistico e culturale, trasformando così il loro ruolo da “leader spirituale” a “critico-commerciante”. Trovati gli sponsor, si realizzano biennali d’arte ed esposizioni con alti propositi commerciali e questo è ciò che è accaduto alla biennale di Guangzhou.  Il ruolo di Zhang Xiaogang e quello di altri artisti dell’epoca si stava perciò evolvendo: dal tipico ruolo romantico di una volta, l’artista si trova in contatto con il mercato, deve imparare a gestire se stesso e non solo più saper dipingere, ora che la Cina sta entrando nell’epoca dell’economia di mercato. Da questo momento vi sarà una continua espansione del mercato dell’arte che permetterà il “grande balzo in avanti” di Zhang Xiaogang. Tale espansione sarà particolarmente evidente nello sviluppo di vendite di arte contemporanea cinese di Sotheby’s a Hong Kong (la prima asta fu nel 2004) o nelle vendite di arte contemporanea asiatica (soprattutto cinese) a New York.
E’ stato ormai steso il tappeto rosso per Zhang Xiaogang che sbarca anche all’estero: dopo aver partecipato alla mostra China’s New Art, Post-1989, le sue opere “volano” dritte in Italia per la Biennale di Venezia del 1993 e poi in Brasile per la Biennale di San Paulo del 1994 e 1996: son queste due mostre a costituire la definitiva affermazione dell’arte cinese a livello internazionale e più specificatamente dell’arte di Zhang Xiaogang e proprio nella Biennale di San Paulo mostrerà per la prima volta all’intero pubblico internazionale il suo primo volto della memoria. Legami di Sangue del 1993 e a seguire Amnesia e Memoria del 2002 faranno la fortuna di Zhang Xiaogang.  I suoi volti saranno una miniera d’oro, contro ogni aspettativa: nel 2006 e nel 2007, alla chiusura della stagione d’asta Sotheby’s sono state vendute ben venti opere di Zhang Xiaogang per oltre un miliardo di dollari. Oggi, nel 2011, l’artista cinese continua a guardarci dall’alto delle sue quotazioni, a produrre serie di quadri che vanno a ruba, come Descrizioni (Miáoshù, -2005), Dentro e fuori, (Lǐ yǔi, 里与外-2006), Muro verde (Lǜ Qiáng, 绿墙”- 2008) e a organizzare mostre in tutto il mondo. D’altronde è questo il lavoro che spetta a un’artista di fama mondiale.
Amnesia e memoria: raccolta di lettere di Zhang Xiaogang (1981-1996) (Shīyì yǔ jìyì: Zhāng Xiǎogāng shūxìn jí, 失忆与记忆:张晓刚书信) contiene una serie di lettere che Zhang Xiaogang era solito scrivere alla sua cerchia di amici pittori e che ci mostrano in miniatura lo sviluppo negli ultimi anni dell’arte cinese contemporanea dal punto di vista personale dell’artista. Queste evidenziano come gli artisti cinesi si siano trasformati da individui solitari ed emarginati ad acclamati membri del mercato dell’arte. Se nelle prime lettere raramente si poteva leggere la parola “denaro”, non lo sarà invece in quelle successive, scritte dal 1989 in poi, per di più dopo il 1994, le lettere di Zhang Xiaogang pian piano diminuirono e nelle poche che continuò a scrivere successivamente, la parola “solitario”, spesso utilizzata in precedenza per descrivere la propria condizione e quella di gran parte degli artisti cinesi dell’epoca, scomparve totalmente.
...to be continued....


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