中国

Reportage, recensioni e fotografie della scena artistica e musicale cinese: è questo ciò che troverete nel mio blog. Perchè la Cina non è solo il colosso mondiale di cui tutti oggi parlano, ma qualcosa di più: un coro di piccole voci che aspettano solo di essere ascoltate.

martedì 31 gennaio 2012

Mongolian Music




DALLE LANDE DEL GOBI:
gli HANGGAI




Luci soffuse, il violino morin khuur fa la sua "apparizione", il flauto tsuur introduce il motivo, la voce gutturale ti getta in un mondo a te sconosciuto e poi chiatarre elettriche e basso che ti riportano in un panorama più familiare: lo spirito del nomadismo tipico della Mongolia Interna va ad unirsi al punk più occidentale, unione di antipodi, di Yin e Yang, del mondo occidentale e di quello più impenetrabile mongolo, tutto questo si può ritrovare nella musica degli Hanggai.Musica evocativa, musica sensitiva: ciò che si prova è la sensazione di trovarsi in una terra lontana, esoterica.
L'intento di questa band è stato quello di affacciarsi alla musica underground occidentale, senza dimenticare le proprie radici: musica tradizionale non è sempre sinonimo di musica "vecchia", "obsoleta", la si può riscoprire, rivivere per dar vita a qualcosa di totalmente innovativo.




La band è composta da giovani musicisti provenienti da Pechino e dalla provincia cinese della Mongolia Interna. Il leader del gruppo Ilchi faceva parte di una band punk rock, finchè un giorno si "convertì" dopo aver ascoltato i suoni tradizionali mongoli. Fu allora che decise di compiere un viaggio in Mongolia Interna, riscoprendo un repertorio musicale che stava per scomparire e proprio qui incontro alcuni dei membri della band. è da questo incontro che nascono gli Hanggai(parola antica mongola che descrive un paesaggio di praterie idealizzate, montagne, alberi, fiumi e cielo blu). 
La necessità di riscoprerire la lingua madre e le loro radici sta provocando molto scalpore in Cina e sembra indicare un qualche tipo di cambiamento nella loro generazione. Le loro interpretazionidi canzoni tradizionali proivenienti dalle praterie sta attirando un seguito sempre più numeroso, diventando una sorta di antitodo al pop cinese e alle boy band occidentali.
Dall'adattamento dei canti tradizionale mongoli nascono i due album: "Introducing Hanggai", "He who Travels Far"




La prima volta che ho avuto la possibilità di ascoltarli a Pechino, rimasi meravigliata: mi affascinò vedere quella gamma di strumenti tradizionali, le loro vesti tipiche mongole e quel canto gutturale che aveva la capacità di trasportarti direttamente in quelle lande desolate. Ciò che mi colpì di più fu la la loro semplicità e il loro contatto con il pubblico: vedere come al momento del ritornello di "Drinking Song"(酒歌), il cantatte Yiliqi (Ilchi) con in mano la sua fedele birra brinda con il pubblico, o osservarlo mentre si avvicina a te (cosa che mi è capita), sotto l'effetto di una dose di alcool alquanto eccessiva e comincia a parlare in una lingua che non è né cinese, né mongolo ma solo un suono continuo dove non si distinguevano parole.Ciò che ho potuto fare in quella situazione è stato annuire e sorridere come se capissi tutto,mentre dentro di me mi disperavo perchè non riuscivo a capire proprio nulla. Il ricordo più bello? Al 2Kolegas (locale di Pechino), serata dedicata a vari gruppi cinesi e non,atmosfera interessante: tra le varie esibizioni si vedeva spuntare sul palco Ilchi che, dopo aver brindato con i diversi musicisti, si impadroniva per qualche minuto del microfono, poi scendeva dal palco per poi risalire. Ciò si è ripetuto per innumerevoli volte, finchè non l'ho visto disteso a terra, sul pavimento e a petto nudo che sorrideva nel massimo della sua ubriachezza.
Questi sono gli HANGAGAI!!!

Hanggai- Drinking Song


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