LA CINA CENSURA ANDY WARHOL: VIETATO ESPORRE I RITRATTI DI MAO
L'arte è la libera espressione della creatività e dell'immaginazione del singolo artista, l'arte, al pari della letteratura, della poesia o di qualsiasi altra forma artistica e culturale è un mezzo efficace e incisivo per trasmettere una propria personale opinione, ma non in Cina...
Dopo aver vistato la mostra di Andy Warhol a Roma ho compreso meglio la sua idea di arte: creare un mezzo che fosse popolare, diffondere delle immagini che non avessero bisogno di una particolare interpretazione per comprenderle, tutt'altro. Andy Warhol ha riproposto una serie di immagini diffuse a livello mondiale: tutti conoscono Marlyn Monroe, tutti sanno chi è Elvis Presley e tutti, sia ricchi che poveri, hanno bevuto una lattina di Coca Cola. Ciò che si osserva in un quadro di Andy Warhol è ciò che si vuole comunicare, niente di più, niente di meno.
Personalmente non amo molto Andy Warhol poichè ha trasformato l'arte in bussiness, ma c'è da dire che è stato un genio anche in questo...
Perchè parlarvi di Warhol in un blog riguardante la Cina? Ve lo spiego subito. Durante la mostra mi trovo davanti al faccione di Mao e subito mi son posta una domanda: " questa bell'immagine di Mao come è stata accolta in Cina?" e così ho usufruito di quel mezzo popolare e libero che si chiama Internet e senza meraviglia mi sono ritrovata a leggere un articolo dal titolo LA CINA CENSURA ANDY WARHOL: VIETATO ESPORRE I RITRATTI DI MAO. Ma dai... non l'avrei mai pensato.
Nel 2012 è stata realizzata una mostra dell'artista pop a Shanghai in cui sono stati esclusi i dieci ritratti di Mao, con la speigazione da parte delle autorità..."Non funziona". Ma cosa vuol dire non funziona??? e pensare che negli anni Sessanta in Cina è stata messa al bando l'arte personale per dare spazio all'arte cosidetta socialista e le immagini di Mao, della rivoluzione e delle masse popolari hanno invaso l'immaginario collettivo cinese. L'immagine di Mao sfruttata da Warhol è stata ripresa dal libretto rosso, ciò significa che gran parte della popolazione cinese conosceva già quella fotografia e allora cos'è che non funziona?
"La faccia di Mao può servire per vendere sui mercatini, può fare da souvenir, ma non può essere nel mirino dell'arte, non può essere un divo da dipingere come quelli di Hollywood, non è materiale che possa finire sotto le mani e la mente di un genio. Forse perché - anche se «non irrispettoso» - uno di quei ritratti lascia comunque trasparire l'irriverenza, e per la dittatura l'irriverenza è intollerabile. Ed è ancora più intollerabile che qualcuno (cioè il pubblico cinese) possa godere di quell'irriverenza. Ci si possono fare i soldi, o si può rialimentare il culto del fondatore della patria a uso e consumo: ma in mostra «Mao non funziona»."
Dal grande culto Di Mao degli anni sessanta alla censura degli ultimi anni...Secondo me due possono essere le interpretazioni: il rapporto tra l'arte e il consumo che è alla base della pop-art non può avere un riscontro in un paese come quello cinese (spiegazione per me relativa) o perchè dietro l'immagine di Mao si nascondo fatti storici (la Rivoluzione Culturale, il Grande Balzo in avanti ) che il governo cinese vuole nascondere (spiegazione più probabile).
Contraddizione interna: le immagini di Mao sono state esposte ad Hong Kong e ciò ci fa riflettere anche su quello che sta accadendo ora nell'ex colonia britannica.
Resta il fatto che in Cina l'arte non viene considerata quel mezzo di espressione libera e personale quale dovrebbe essere.